Inevitabile la segnalazione alla Comunità Europea e alla Procura della Corte dei Conti.\r\nAssistiamo increduli all’intreccio degli eventi che ruotano intorno al rinnovo delle concessioni minerarie a beneficio di Solvay. Si sta tentando disperatamente di aggirare la legge, e tutto per continuare a difendere quella ridicola VIA del 2004.\r\n\r\nNon è sufficiente che il TAR abbia annullato per ben due volte i decreti di rinnovo e il tentativo di modificare quella VIA con una pezza.\r\nNon è sufficiente che il TAR nel 2008 abbia richiamato la Regione al suo dovere di prevedere prescrizioni tali da ridurre l’impatto ambientale del progetto invece di pensare ad espedienti per accelerare il rinnovo delle concessioni. Continuare ad ignorare le sentenze, continuare anzi a vederle come un ostacolo da aggirare non farà altro che peggiorare la situazione.\r\n\r\nCi chiediamo come sia possibile continuare ad ignorare che la VIA del 2004 sia stata stroncata dal TAR e che la pezza del 2008 sia stata anch’essa buttata di recente nel cestino dallo stesso TAR. Come è possibile pensare ad una pezza anche nel 2012? Errare è umano, ma perseverare è diabolico e dopo un po’ rischia di diventare reato. Siamo addolorati per le conseguenze subite dalle maestranze e siamo stupiti per l’inqualificabile uso del ricatto occupazionale con cui Solvay sta forzando con successo la mano agli organi decisori, ma deve essere chiaro che il protrarsi di questa situazione è da imputare unicamente ad una pessima gestione della procedura. Questa volta sarà inevitabile da parte nostra la segnalazione alla Comunità Europea e alla Procura della Corte dei Conti. In quanto all’idea di risolvere i problemi locali con protocolli di intesa dobbiamo essere molto realisti: si tratta di una pia illusione.\r\n\r\nConsigliamo agli interessati di chiedere in Regione se il rispetto del protocollo sarà inserito nella parte prescrittiva della delibera di VIA o se invece sarà richiamato soltanto nella parte introduttiva dove vengono inseriti tutti i gadget. E’ la risposta a questa domanda che gli dirà se le loro richieste sono state prese seriamente in considerazione o meno. Noi la risposta la conosciamo già e, se anche dovessimo andare avanti da soli, ci opporremo con tutte le nostre forze alla svendita dell’acqua della Val di Cecina.\r\n\r\nFonte: Italia Nostra Toscana – WWF Toscana
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