Sul tema dell’eolico il WWF Toscana avverte la necessità di segnalare il pericolo rappresentato dal tentativo di abbandonare l’approccio scientifico a favore dell’approccio ideologico. Le fonti energetiche rinnovabili sono elemento centrale di una politica di sviluppo sostenibile e sulla valorizzazione dell’energia eolica il WWF Toscana non nutre alcun dubbio. Quando il tema si sposta però sugli impianti eolici dobbiamo convenire che l’oggetto della discussione si allarga, e non di poco, a causa dell’introduzione del concetto di impianto che dobbiamo sempre associare alla produzione di un bene a fronte di determinati costi di produzione. Di un qualsiasi impianto dobbiamo valutare l’impatto complessivo sulla comunità; la qualità intrinseca del tipo di produzione a cui è destinato è sicuramente un buon punto di partenza, ma non è sufficiente a fare di un impianto un buon impianto. In altre parole, dobbiamo valutarne il rapporto costi benefici perché i benefici, indipendentemente dalla loro natura, non giustificano qualsiasi prezzo.\r\n\r\nSu alcuni progetti di nuovi impianti eolici industriali il WWF Toscana ha espresso pubblicamente la sua contrarietà. A fronte di un totale sostegno al settore delle rinnovabili spetta infatti alle procedure di valutazione ambientale (studi di impatto ambientale, studi di incidenza, ecc.) verificare la coerenza e la compatibilità delle singole previsioni con gli aspetti ambientali, naturalistici e idrogeologici. In questo senso la normativa nazionale e regionale fornisce indicazioni chiare su opere sottoposte a valutazione e relative procedure. Lo stesso tipo di impianto eolico può risultare compatibile in un determinato luogo, ma risultare del tutto incompatibile in un’area ove lo studio di impatto dimostri rapporti negativi dell’opera con habitat o specie di flora e fauna di elevato interesse conservazionistico.\r\n\r\nCome in tutte le altre regioni italiane la verifica dell’idoneità della localizzazione di un impianto eolico spetta al processo di valutazione di impatto ambientale ed eventualmente di incidenza, ciò al netto di alcune aree: in particolare le Zone di Protezione Speciale per la fauna, istituite dall’Unione Europea, in cui vige il divieto di realizzazione di impianti eolici. Le linee guida regionali per la redazione degli studi di impatto degli impianti eolici aiutano in questo processo di valutazione e negli ultimi anni numerosi progetti di impianti eolici hanno superato la procedura di VIA: ad oggi in Toscana sono stati installati impianti per circa 44 MW e altri 104 MW sono in attesa di installazione.\r\n\r\nNon sempre il WWF Toscana condivide le valutazioni dell’ufficio di VIA (non è raro infatti che nostre osservazioni siano successivamente rivendicate davanti al TAR) e quindi non possiamo certo spacciarci come suoi estremi difensori, ma gli ultimi attacchi che ha subito sulla stampa e su canali televisivi locali ci preoccupano: sostenere che l’ufficio debba allentare le maglie del suo giudizio in nome dell’eolico ci sembra pericoloso. Perché non allentare le maglie per gli impianti di sintesi dei composti chimici di base? dopotutto si tratta di composti indispensabili per la produzione di farmaci primari. La pericolosità della tesi dovrebbe essere evidente a tutti. Accettare come buono il principio secondo cui qualità del prodotto implica automaticamente qualità dell’impianto che lo produce significa avventurarsi in un campo minato dove la probabilità di farsi male è alta.\r\n\r\nForse sarebbe più saggio chiedere di migliorare i livelli qualitativi degli studi di impatto; chiedere di migliorare i quadri conoscitivi; chiedere di predisporre linee guida metodologiche chiare ed efficaci per agevolare il lavoro delle aziende proponenti così come i processi valutativi degli enti competenti: chiedere di allentare le maglie di una legge (in questo caso la VIA), o ad un ufficio di chiudere un occhio, non appare sensato.\r\n\r\nFonte: WWF