Al via il progetto per il corretto uso e smaltimento delle lampadine a risparmio energetico\r\n\r\nImparare già dai banchi di scuola che dalle lampadine a risparmio energetico ormai in disuso si possono “estrarre” vetro, plastica, alluminio e mercurio per riaccendere una luce elettrica più green, ottenuta da lampadine a basso consumo esauste e per di più riciclate. E’ la lezione di ecologia che WWF ed Ecolight, consorzio per la gestione dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), portano nelle scuole elementari con “Vita da lampadina”, progetto per il corretto uso e smaltimento delle lampadine a risparmio energetico.\r\n\r\nL’iniziativa è dedicata agli alunni delle classi elementari per spiegare perché le lampadine a risparmio energetico esauste devono essere riciclate.\r\n\r\n«A differenza delle vecchie lampadine a incandescenza, ormai non più commercializzate, quelle a risparmio energetico sono considerate rifiuti speciali (sono dei RAEE del raggruppamento R5) a tutti gli effetti e contengono sostanze inquinanti: devono quindi seguire un preciso percorso di raccolta e recupero», precisa il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio.\r\n\r\nUn insegnamento per imparare ad essere sin da piccoli cittadini modello e che Ecolight e WWF diffondono grazie ad una campagna di educazione per sensibilizzare alunni delle classi di quarta e di quinta elementare sul delicato tema delle lampadine esauste.\r\n\r\nÈ nato così “Vita da lampadina”, il programma didattico attraverso il quale i ragazzi possono “toccare con mano” com’è fatta una lampadina a risparmio energetico, come funziona, perché deve essere raccolta separatamente e come deve essere trattata affinché possa dare vita a vetro, plastica, alluminio e fornire mercurio per realizzare altre lampadine.\r\n\r\nTre le fasi dell’iniziativa: si inizia con dei laboratori che saranno proposti direttamente in aula. Qui gli educatori del WWF spiegheranno come sono fatte queste lampadine e cosa è possibile ottenere da esse. Ai ragazzi saranno mostrate le fasi di recupero, le materie prime seconde ottenute dalla lavorazione e gli oggetti che vengono realizzati. Con la seconda fase del progetto, gli alunni saranno invitati a raccontare con immagini quanto appreso: dai disegni e sceneggiature proposte saranno realizzati dei cartoni animati per spiegare ad altri ragazzi la “vita di una lampadina”. Da ultimo, la visita ad una delle Oasi WWF come premio per i migliori lavori.\r\n\r\n«Siamo partiti dalle scuole perché siamo convinti che investire sulle nuove generazioni è investire sul nostro futuro», osserva il presidente del consorzio Ecolight, Walter Camarda. «Siamo convinti che occorra una continua e costante attività di educazione e informazione per far conoscere il mondo dei RAEE: non tutti sanno cosa significa questa sigla e sono ancora troppo poche le persone che portano ai centri per la raccolta differenziata dei loro Comuni i rifiuti elettronici». La sensibilizzazione ambientale è la base da cui muove il WWF nella sua decennale attività. «Solo attraverso una maggiore attenzione nei confronti dei rifiuti, provvedendo ad un corretto riciclo e recupero, è possibile agire su più fronti: con un solo gesto non solamente si preserva l’ambiente evitando, come in questo caso la dispersione di mercurio, ma anche è possibile risparmiare energia e inquinare meno», spiega il WWF. «È un circolo virtuoso che, con un piccolo sforzo, può dare grandi risultati».\r\n\r\nFonte:Ufficio Stampa Consorzio Ecolight