“Pelecanos ci regala un altro capolavoro.”\r\n\r\nPublishers Weekly – Starred Reviews\r\n\r\n“Uno degli scrittori che, insieme a Dennis Lehane, sposta i confini del thriller nel territorio della letteratura.”\r\n\r\nThe New York Times\r\n\r\n“Pelecanos fa quello che pochi altri scrittori americani, se non nessuno, fanno: racconta la verità.”\r\n\r\nChicago Sun Times\r\n\r\n \r\n\r\nNon è stato descritto solo come il Raymond Chandler o il James Ellroy di Washington, ma anche come il suo Emile Zola. Lo scrittore Jonathan Lethem ha detto che la sua prosa è “piena di musica e di dolore”. Un mostro sacro come Stephen King lo ha definito “il più grande giallista americano vivente”. Per il New York Times scrive “about manhood”, di mascolinità, e “drammatizza i modi in cui la mascolinità e la moralità convergono”: un’affermazione complessa attribuita a uno scrittore di genere.\r\n\r\nTutto questo è ormai George Pelecanos: molto di più che un maestro del thriller, un autore di culto (oltre che uno sceneggiatore sopraffino se pensiamo a The Wire, HBO). Uno che “racconta la verità come pochi altri scrittori americani fanno”: ce lo dice il Chicago Sun Times e se ci fossimo chiesti chi sono gli altri scrittori, il giornalista risponde scomodando nomi come Twain, Faulkner, Hemingway. Insomma, un paragone non da poco per uno scrittore di crime story. Ma, davvero, Pelecanos non è soltanto più questo.\r\n\r\nGiunto con Il sognatore (The Turnaround, 2008) al suo quindicesimo lavoro, pubblicato in 15 paesi, osannato dalla critica, dalla stampa, dai colleghi e perfino dal presidente americano Barack Obama che lo adora, è chiaro a tutti che Pelecanos abbia ormai sconfinato nel territorio della letteratura.\r\n\r\nIl sognatore ne è un’altra, straordinaria prova. Un’opera matura, un’opera sulla redenzione. Come sempre, ci sono Washington e la violenza della sua periferia; e come sempre, più di ogni altra cosa, ci sono la razza e l’esplorazione delle tensioni razziali. E poi c’è la musica, colonna sonora imprescindibile per il testo, il rock’n soul della strada. Ma qui, più che in altri suoi libri, si parla di perdono. “La verità che Pelecanos analizza, è che i cattivi ragazzi, come quelli buoni, apprendono i valori dai loro padri (…). Raramente lo scrittore si era spinto a estremi così dolorosi e nello stesso tempo era sembrato così ottimista sulle possibilità della redenzione”, si legge nell’autorevole Book Review del New York Times.\r\n\r\nSiamo a Washington negli anni settanta, in una sera d’estate. Dopo aver bevuto e fumato un po’ troppo, tre ragazzi bianchi nella noia dell’adolescenza sconfinano in un quartiere nero a bordo di una Gran Torino, in cerca di guai e divertimento. Sono Alex Papas, Pete Whitten e Billy Cachoris. Ma la bravata per le strade di Heatrow Heights non va come si aspettano. Si perdono e rimangono incastrati in un vicolo cieco dove allo scontro con tre altri ragazzi neri – i fratelli Monroe, Raymond e James, e Charles Baker -, non c’è via di scampo. L’unica possibilità è quel turnaround del titolo originale: fare inversione e affrontare la vita la propria stupidità. Uno di loro resta ucciso e un altro sfigurato per sempre.\r\n\r\nCi spostiamo nel presente: 35 anni dopo, Pelecanos ci fa rientrare nelle vite dei sopravvissuti, quando le conseguenze di quella notte infinita torneranno a tormentarli.\r\n\r\nCon recensioni favolose sulla migliore stampa americana – New York Times, Washington Post, Washington Post Magazine, Los Angeles Times, Chicago Sun Times e Chicago Tribune, Time Out New York, Washington City Paper -, ne Il Sognatore, Pelecanos, mette in campo tutta la sua capacità di dar vita a personaggi che non solo assolvono al proprio ruolo narrativo, ma “esemplificano anche la sua idea di bene e di male” (New York Times). Come in un vecchio western con Clint Eastwood – da cui dichiaratamente Pelecanos trae ispirazione – è chiaro quali siano i buoni e quali siano i cattivi. L’episodio del romanzo è basato su incidente reale avvenuto nel 1972, quando Pelecanos era un adolescente, nella comunità di Ken-Gar nella Montgomery County. “La storia comincia con un omicidio d’ispirazione razziale, ma col tempo gli antichi rancori lasciano il posto alla ricerca del perdono. È una storia matura, raccontata con semplice maestria, e nessuno a cui importi di Washington e dell’eccellenza della scrittura americana dovrebbe perdersela”, scrive il Washington Post.\r\n\r\nIl libro – È una notte pigra e un po’ annoiata per tre adolescenti bianchi che percorrono le strade di Washington su una Gran Torino. Dentro, l’aria è inebriante di fumo, alcol, musica alla radio. Fuori, ogni curva è una promessa, una porta spalancata su un mondo di possibilità. Come la vita davanti a loro: tutto può essere, tutto deve ancora succedere.\r\n\r\nHeathrow Heights è a pochi chilometri dal loro quartiere, ma non ci sono mai stati. Là, non conoscono nessuno. Là, vivono solo i neri. Il posto giusto per andare a fare un po’ di casino, per dimostrare che non hai paura di niente: cosa fondamentale, quando hai sedici anni. E anche se hai una fifa nera, te la tieni e stai zitto, per non fare la figura dello sfigato. Anche quando sai benissimo che, se sei fuori dal tuo territorio e non conosci le vie di fuga, rischi grosso. E infatti, quando il gruppo provoca tre coetanei di colore e poi finisce in una strada senza uscita, scatta la rissa. Parte un proiettile, uno dei bianchi muore, un altro resta sfigurato. Ma a cambiare è la vita di tutti.\r\n\r\nA più di trent’anni di distanza, i destini dei protagonisti torneranno a intrecciarsi. Perché uno dei sopravvissuti, che vuole chiudere i conti con quella notte, sceglierà la via della riconciliazione. E perché un altro, che ritiene invece di aver pagato troppo, deciderà di farsi giustizia. Con qualunque mezzo possibile.\r\n\r\n \r\n\r\n”Leggendo Pelecanos, vorresti frequentare i posti che descrive, conoscerne i personaggi. È questo il suo talento unico.”\r\n\r\nLinwood Barclay\r\n\r\n \r\n\r\n“Probabilmente il più grande giallista americano vivente.”\r\n\r\nStephen King\r\n\r\n \r\n\r\nGeorge Pelecanos\r\n\r\nProduttore di film indipendenti, giornalista, sceneggiatore della celebre serie tv della HBO The Wire, ha scritto numerosi thriller ambientati a Washington, la città in cui è nato e cresciuto. Romanzi che gli hanno valso premi internazionali e un posto da autore bestseller nelle classifiche americane. Osannato dalla critica, è anche uno degli scrittori più amati dal presidente Obama. Con Piemme ha pubblicato Vendetta, Angeli neri, Strade di sangue, Il circo delle anime, Fuoco nero, Il guardano del buio, Il Giardiniere Notturno.\r\n\r\n \r\n\r\nFonte: Arianna Malacrida\r\n\r\nUfficio Stampa Edizioni Piemme