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WWF: contro la crisi puntare sulla “green economy”

Non si può affrontare l’accelerazione della crisi economica, mirando solo a gestire e ristrutturare l’esistente, continuando a vivere alla giornata.\r\n\r\nIl WWF Italia, come ha fatto sin dall’inizio della tempesta economica, ribadisce che questo è il momento delle scelte, degli investimenti nel futuro, individuando il ruolo del ‘sistema Italia’ in tale contesto, tagliando gli aiuti a settori superati e inquinanti. La crisi è oggi non solo economica, ma anche ambientale e sociale, e in quanto tale va affrontata, offrendo a tutte le persone, e al Pianeta, una prospettiva di futuro. Puntare oggi sulla Green Economy vuol dire pensare a un’economia sostenibile e resiliente rispetto alle minacce ambientali (in primis i cambiamenti climatici che metterebbero a rischio anche l’economia futura), nonché portatrice di una prospettiva e di un benessere duraturo e fondato sulla qualità.\r\n\r\nOccorre puntare sulla decarbonizzazione e sulla Rivoluzione energetica, vale a dire individuare il percorso e le politiche per l’efficienza e il risparmio energetico e per avere il 100% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili: in un Paese che dipende dalle importazioni di petrolio e di altri combustibili fossili, questa è la vera strada per puntare all’indipendenza e sicurezza energetica.\r\n\r\nMa anche una chiara indicazione di politica industriale, delle infrastrutture (reti), di innovazione, della ricerca, che rispondano a corrette forme di pianificazione rispettose del territorio. Occorre puntare su una politica del riciclaggio e del riuso che non sia solo una prospettiva di diminuzione dei rifiuti, ma anche di risparmio e di efficienza nell’uso dei materiali. Occorre puntare al benessere sociale, mirando a sconfiggere e non a incrementare la povertà. Occorre varare le conseguenti misure, a partire dalla riforma degli incentivi con lo scopo di abolire i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili e ai piani industriali conseguenti. Sarebbe oggi improponibile pensare a un nuovo CIP6 che sovvenzioni le energie tradizionali, invece di favorire lo sviluppo delle rinnovabili.\r\n\r\nE’ questa la prospettiva su cui seguire l’Europa, a differenza di quanto fatto sinora, a partire da un approccio strategico, non continuamente tattico, seguendo gli esempi positivi, come quello della Germania, la cui economia in crescita si distingue per avere la decarbonizzazione come asse strategico. Del resto, nonostante la crisi economica, quelli delle energie rinnovabili e dell’efficienza sono gli unici settori in crescita esponenziale in tutto il mondo. Anche le forze economiche e sociali dovrebbero aggiornare il proprio approccio, a partire dalle molte elaborazioni che vengono dalle sedi internazionali, come il rapporto “Towards a Green Economy” dell’UNEP, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite.\r\n\r\nQuella della Green Economy è anche la prospettiva che è uscita prepotentemente dalla consultazione popolare sui Referendum che, lo ricordiamo, si è svolta solo due mesi fa. Il mandato del Popolo Italiano, il vero e unico titolato a dare indicazioni al Governo, va rispettato e\r\n\r\nattuato. Parlare oggi di privatizzazione dei servizi locali come se non ci fosse stato il referendum, invece di pensare a innovative forme di partecipazione dei cittadini, vorrebbe dire costruire la manovra economica  sulla sabbia.\r\n\r\n \r\n\r\nFonte: Ufficio Stampa WWF

Grafica Divina

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