Abbiamo raggiunto Petra Magoni e Ferruccio Spinetti telefonicamente alla vigilia del loro concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma, un concerto che già da alcuni giorni prima dava il tutto esaurito. Con loro abbiamo parlato dell’uscita del nuovo disco Complici e del loro modo di fare musica… Musica Nuda, appunto…\r\n\r\nIniziamo dagli albori: quando e come avete capito che avreste fatto musica insieme con un binomio insolito quale voce e contrabbasso?\r\n\r\nPetra Magoni: Riuscire a fare tutto quello che stiamo facendo non ce lo saremmo mai immaginato. Dal primo momento in cui i nostri due strumenti – la mia voce ed il suo contrabbasso – hanno iniziato a fare musica insieme, noi abbiamo sentito una cosa molto forte ed entusiasmante per noi che poi velocemente contagiava tutti quelli che ci ascoltavano. Però da lì ad arrivare a tutto questo successo… non era neanche nelle più rosee delle previsioni…\r\n\r\nFerruccio Spinetti: Sin dalla prima jam session del 2003 ho avuto la sensazione che noi eravamo compatibili dal punto di vista musicale, eravamo fatti per suonare insieme e poi ci fu l’episodio del chitarrista che si ammalò e Petra mi chiamò a sostituirlo. Da lì a pensare che in 8 anni avremmo fatto da 100 a 120 concerti ogni anno e 3 Cd non ci avrei scommesso nemmeno io dieci centesimi… questo è poco, ma è sicuro! Nella migliore delle ipotesi con un progetto fatto da contrabbasso e voce mi aspettavo di suonare in qualche cantina, in qualche jazz club davanti a 15/16 persone che poi era il numero di spettatori che facemmo durante la nostra prima tournée quando con la mia macchina andavamo su e giù per l’Italia, contattando personalmente i responsabili dei locali che avevamo conosciuto anni prima, nel corso delle nostre precedenti vite artistiche.\r\n\r\nIn che modo il nome che avete dato al vostro duo si collega con la musica che voi fate?\r\n\r\nPetra Magoni: Musica nuda è la parola che sintetizza ciò che noi facciamo. Siamo nati come gruppo di cover per necessità, su un palco, facendo canzoni conosciute tratte da un repertorio comune. Musica Nuda perché la nostra idea era quella di “spogliare” le canzoni da tutti gli altri strumenti che infatti non ci sono. Qui ci sono la voce, il testo, la melodia e il contrabbasso che certamente non rientra tra gli strumenti di accompagnamento più tradizionali. E alla fine è nato quasi un dialogo tra la mia voce e lo strumento di Ferruccio.\r\n\r\nFerruccio Spinetti: Penso che mai in nessun gruppo musicale ci sia stato nome più centrato per rappresentare ciò che gli ascoltatori troveranno su un disco o in un nostro concerto live perché Musica Nuda sintetizza in due parole l’operazione che facciamo noi quando affrontiamo una canzone (sia che si tratti di una cover che di un brano inedito). Semplicemente la spogliamo da tutti gli altri orpelli, arrangiamenti e strumenti, anche per motivi contingenti, essendoci fisicamente solo un contrabbasso e una voce…\r\n\r\nIl vostro nuovo album si intitola Complici, che è anche il titolo di una canzone contenuta nell’album. Come si può essere complici musicalmente?\r\n\r\nPetra Magoni: La parola complici che dà il titolo all’album è stata ispirata sì dalla canzone che ha lo stesso titolo, ma questa canzone non rappresenta tutto l’album o lo simboleggia. Per noi tutte le canzoni contenute nel disco sono simboli, ci piacciono tutte, tanto è vero che ne abbiamo selezionate quattordici tra più di cinquanta. Per noi sono tutte di pari valore affettivo. Così come Musica Nuda sintetizza quello che facciamo, Complici sintetizza ciò che siamo e che siamo diventati in questi anni. Complici dove non c’è nulla di illegale o di strano. Ciò che c’è fuori dalla consuetudine perché su questo tipo di formazione non avrebbero scommesso in molti, almeno all’inizio, forse neanche noi. Quindi mi sento di dire che c’è stata una grande complicità nel compiere questo percorso. Come si fa ad essere complici… beh, senz’altro ci sono cose che non si possono neanche spiegare e che fanno parte dei singoli caratteri, delle singole personalità. Noi abbiamo avuto la grande fortuna di trovarci oltre che musicalmente anche umanamente perché abbiamo due caratteri molto diversi e per questo complementari. Nel progetto “Musica Nuda” siamo entrambi “soci” al 50% perché ci consideriamo e la nostra diversità ci diverte molto e anche sul palco funziona, ma non solo per noi due: pensiamo a tutte le coppie del mondo dello spettacolo (ad esempio, Sandra e Raimondo oppure Stanlio e Olio): i due personaggi hanno sempre una grossa diversità di carattere e questo pertanto esalta le loro potenzialità. Così funziona con noi e con la nostra musica: io ho una voce acuta, mentre Ferruccio suona il contrabbasso, uno strumento dal suono piuttosto grave e quindi questi mondi sonori sono molto lontani tra loro.\r\n\r\nFerruccio Spinetti: Complici musicalmente come complici nella vita non ci si diventa con una formula magica, ma frequentandoci tutti i giorni come è successo a noi per motivi di lavoro: negli ultimi otto anni, più o meno sei – per somma di giorni – io e petra li abbiamo passati insieme tra tournée, promozioni radio e televisioni. Per cui o ti mandi a quel paese dopo 3 o 4 mesi di convivenza forzata oppure scatta la famosa complicità che vuol dire anche saper mettere una toppa ai limiti dell’altra persona. La complicità è quando ci capita un brano per le mani ed entrambi sappiamo già in che direzione andare. Oppure la complicità nelle cose pratiche come dividersi i compiti che per quanto mi riguarda si traduce – essendo io una persona molto precisa e metodica – nell’occuparmi delle faccende che riguardano i contratti o gli archivi degli hard disk quando facciamo dischi, mentre Petra si occupa di altre cose. Complicità e complementarietà non scattano da un giorno all’altro, ma si costruiscono giorno per giorno.\r\n\r\nA quale canzone di questo album vi sentite più legati e perché?\r\n\r\nPetra Magoni: Tutte. Come ti dicevo prima, queste sono le quattordici selezionate. È come chiedere a quale figlio vuoi più bene. Sono diverse, ma ovviamente le amo tutte.\r\n\r\nFerruccio Spinetti: Non c’è nessuna canzone a cui mi sento più legato. Ci sono canzoni, quelle che ho firmato io come Lei colorerà, Cinema o Professionalità, alle quali magari mi sento più affezionato, ma questo credo sia normale in quanto io vengo dagli Avion Travel, eravamo in sei ed in sei scrivevamo. È inutile prendersi in giro, nel momento in cui un gruppo o un duo canta una canzone che hai scritto tu, scatta un’emozione in più. Però oltre a questo non mi sento di dire che ho una canzone preferita: quando andiamo in radio e lo speaker mi chiede quale canzone voglio che trasmettano io dico sempre “Scegli tu!”.\r\n\r\nQuali sono, secondo voi, i limiti e le potenzialità del lavorare in due?\r\n\r\nPetra Magoni: io e Ferruccio da quando ci siamo incontrati abbiamo avuto la possibilità di esplorare i nostri rispettivi strumenti come non avevamo fatto fino ad allora perché sicuramente l’avere così tanto spazio a disposizione – io con la voce, Ferruccio con il contrabbasso – ci ha permesso di usarli in modi diversi, sia da ciò che facevamo prima, sia dal modo più canonico, usuale di usare sia la voce, sia il contrabbasso. Quindi questo ci ha dato molte opportunità che poi trasferiamo anche in altri progetti perché sia io sia Ferruccio abbiamo dei progetti paralleli, oltre al nostro principale che è Musica Nuda. Per esempio, io ho fatto La Regina della Notte con Il flauto magico con l’orchestra di Piazza Vittorio. Non vedo limiti, la cosa bella è che noi riusciamo a spaziare tra più repertori, dalla classica, al jazz, al rock a pezzi nostri, tutto questo senza perdere identità perché il nostro suono è talmente riconoscibile che non siamo noi a suonare tutto, ma è tutto quello che suoniamo che diventa nostro. Non è un limite neanche il dove suonare perché ci capita di suonare in circoli del jazz, in contesti più rock o cantautorali o addirittura festival classici. Questo essere in due, alla fine, ci dà una grande libertà.\r\n\r\nFerruccio Spinetti: il limite è che quando hai la voglia di sperimentare una nuova armonizzazione musicale mancano gli elementi materiale per poterlo fare, essendo noi solo voce e contrabbasso, ma sicuramente i vantaggi sono di gran lunga maggiori nell’essere in due: possiamo girare tutte le parti del mondo – anche se il duo non è nato per questo motivo – però se il responsabile del Festival di Sanpietroburgo ci conosce attraverso un video su youtube e ci chiama per partecipare, noi che siamo ai suoi occhi due perfetti sconosciuti, lo può fare anche perché siamo in due. Perciò mi sento di dire che ci sono vantaggi che quindi sopperiscono alla grande ai piccoli limiti di cui ti parlavo prima.\r\n\r\nQual è la differenza di approccio tra l’incidere cover e l’incidere brani inediti (indipendentemente da che siano scritti da voi o da altri)?\r\n\r\nPetra Magoni: Per quanto mi riguarda nell’incisione dei brani inediti ho cercato di essere il più sobria possibile, anche perché stravolgere una cover famosa è quasi un dovere, non avrebbe senso rifarla uguale dato che è conosciuta. Stravolgere una canzone che nessuno conosce invece non ha molto senso. Con queste canzoni non ho voluto eccedere né con virtuosismi fini a se stessi né con numeri da circo che dal vivo possono anche divertire perché c’è una costruzione, un percorso che fai anche insieme al pubblico e che porta a determinate esplosioni vocali, ma su disco – e soprattutto in questo disco – ho sempre cercato di mettere la mia voce al servizio delle canzoni per farle arrivare nella loro immediata semplicità.\r\n\r\nFerruccio Spinetti: Sicuramente sì perché una canzone come Prendila così se la suoni con la fisarmonica, l’oboe o il mandolino qualcosa arriva alla gente perché sono pezzi di dominio popolare, che tutti conoscono. Invece, nel momento in cui devi presentare una canzone inedita, una novità, la faccenda si fa un po’ più complicata. Noi poi abbiamo accettato una sfida ancor più complicata: fare brani inediti ritornando ad essere soltanto contrabbasso e voce perché su qualche disco in passato abbiamo avuto anche contributi di altri strumenti, però la sfida era questa e perciò il lavoro è stato molto più delicato, ma nello stesso tempo abbiamo avuto la forza di mettere brani inediti con tanta cura e dedizione. Ti faccio l’esempio di Cinema: lì abbiamo registrato in sala la traccia di contrabbasso e voce di base, poi io mi sono portato a casa le tracce e con tutta calma ci ho fatto una sezione di archi con il contrabbasso simulando quello che poteva essere un violoncello piuttosto che un quartetto d’archi per dare all’ascoltatore una maggiore chiarezza.\r\n\r\nIntervista di Elena Torre\r\n\r\n