VINICIO MODESTI\r\n\r\nLa riscoperta di uno scultore\r\n\r\nLibreria Brac, Firenze\r\n\r\nGiovedì 17 marzo 2011, ore 18\r\n\r\n \r\n\r\nLa grande mostra “Nuove forme in lucenti smalti”, curata da Ornella Casazza, ha per la prima volta riproposto al grande pubblico, nelle sale del Museo Piaggio di Pontedera, le opere di Vinicio Modesti (1924 – 1968), offrendo a tutti l’opportunità di scoprire la figura di questo artista scomparso prematuramente, che proprio a Pontedera ha vissuto per 11 anni, lasciando traccia di sé in tutto il territorio.\r\n\r\nL’esposizione, in corso sino al 26 Marzo 2011, è stata l’occasione per pubblicare tre volumi, tutti per i tipi di Bandecchi & Vivaldi: il catalogo della mostra, di piccolo formato (pagine 100, euro 15,00), la splendida opera monografica “Vinicio Modesti. 1924-1968”, curata come la mostra da Ornella Casazza (pagine 254, euro 35,00), e il libro “Vita e sentimenti del partigiano Beppe”, trascrizione del diario che Modesti tenne nel suo periodo partigiano (pagine 103, euro 10,00). Giovedì 17 marzo, alle ore 18, i tre libri verranno presentati alla libreria Brac, in via dei Vagellai 18r, alla presenza della curatrice Ornella Casazza, già direttrice del Museo degli Argenti e delle Porcellane di Palazzo Pitti, Cristina Acidini, Soprintendete per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Laura Felici, docente dell’Istituto Statale d’Arte di Firenze, Amedeo Mercurio della Soprintendenza BAPSE per le Province di Pisa e Livorno e Javier Deferrari e Lavinia Modesti, titolari dello studio DEFERRARI+MODESTI Architetti e coordinatori di tutto il progetto. Al termine della presentazione, si terrà una lettura del diario a cura del Teatro Popolare di Treggiaia. Opera mirabile, la monografia propone le immagini e i dati tecnici di tutte le opere scultoree di Modesti che la famiglia è stata capace di ritrovare sino ad oggi, ovvero oltre 200 opere (214 per l’esattezza), varie per dimensioni e per soggetti. Oltre al grandioso apparato fotografico, il volume presenta una introduzione di Cristina Acidini, testi di Ornella Casazza, Laura Felici e Amedeo Mercurio e un’appendice di Ilaria Bertocci su Modesti Partigiano. Prima degli apparati infine (il regesto delle opere, le note biografiche e la bibliografia essenziale) c’è un’interessante raccolta di testi e documenti.\r\n\r\n \r\n\r\nLa mostra\r\n\r\nProfessore di scultura e eccellente scultore lui stesso, Modesti si trasferì a Pontedera nel 1957 e qui visse sino alla sua morte, affiancando all’attività didattica una continua ricerca artistica che lo portò a sperimentare forme vascolari, figure plastiche e smalti policromi che gli fecero riscuotere grandi consensi di critica e di pubblico. Molte sue opere vennero acquistate dall’Amministrazione Provinciale, dalla Curia, dalla Camera di Commercio e dall’Ente Provinciale per il Turismo, ma la sua prematura scomparsa, nel 1968 a soli 44 anni, lo ha fatto piano piano dimenticare. La mostra dunque, così come i volumi, vogliono colmare questa lacuna.\r\n\r\nModesti si trasferì a Pontedera da Volterra, sua città natale, per prendere la direzione della scuola della ceramica di S.Giovanni alla Vena, cui riuscì a dare un grande impulso. Alla sua appassionata attività didattica, affiancò sempre quella artistica, scegliendo ogni volta temi vicini al gusto popolare: le figure religiose, gli animali, le scene di vita quotidiana.\r\n\r\nDal 1954 i soggetti religiosi saranno il riferimento costante del suo percorso creativo, “quei temi sacri – come dice la curatrice Ornella Casazza – che la Chiesa gli commissionerà, contribuendo ad arricchire la sua espressione più libera e sicuramente più attraente, che l’artista realizza in nuove forme, vibranti di luminose freschezze, in smalti policromi”.\r\n\r\nNei soggetti profani, invece, – dice sempre la Casazza – Modesti “riuscirà, con grazia e gusto, a reinventare e a rinnovare, nelle infinite variabili della materia, quella decorazione parietale che è stata a noi familiare e sarà capace di riallacciarsi, attraverso un linguaggio assolutamente originale, alla tradizione che, soprattutto i toscani, ricordano attraverso i Della Robbia, le grandi composizioni di Donatello o di Andrea del Verrocchio”.\r\n\r\nI suoi riferimenti al passato non lo allontanano però mai dal presente. Come scrive di lui Cristina Acidini, Vinicio Modesti è “uomo del suo tempo e di esso autentico interprete. Si rivela come uno scultore di grande interesse, anche per la ricostruzione dei problematici percorsi dell’arte cristiana del Novecento, vibrante di rinnovamento pur nella sostanziale fedeltà al canone figurativo”.\r\n\r\nQuesti aspetti, dopo 40 anni, sono tutti presenti in mostra: ad un’”Annunciazione” del 1960, proveniente da una collezione privata, si affiancheranno per esempio, una “Pastorale”, di poco precedente e un vaso con bufali e cinghiali, decorato con ironia ed efficacia in un processo di riduzione all’essenziale.\r\n\r\nPer tutto il periodo dell’esposizione, dal martedì al sabato, verranno organizzate delle visite guidate gratuite alla mostra. Le visite, della durata di 30 minuti circa, si terranno dalle ore 10 alle ore 17 e andranno prenotate all’indirizzo elena.colombini@fondazionepiaggio.it o al numero 0587 271721.\r\n\r\n\r\n\r\nL’artista\r\n\r\nVinicio Modesti nasce nel 1924 a Volterra, dove trascorre gli anni dell’adolescenza, cominciando molto presto a interessarsi alla scultura. Finita la scuola dell’obbligo, si iscrive all’Istituto d’Arte di Volterra e poi al corso superiore dell’Istituto Statale d’Arte di Firenze dove, nel 1942, consegue il diploma di licenza per Maestro d’Arte, col quale torna a Volterra ad insegnare. Gli eventi bellici che sconvolsero l’Italia lo videro protagonista come partigiano nella Brigata Garibaldi Guido Boscaglia. I diari lo ricordano più volte come protagonista nella lotta al fascismo. In occasione della mostra è stato pubblicato, sempre per Bandecchi & Vivaldi il libro Vita e sentimenti del partigiano Beppe, una trascrizione, in parte anastatica, dei diari che Modesti ha tenuto nel periodo partigiano, con gli appunti, le riflessioni e i disegni di quello che vedeva. Il libro è stato curato da Leonardo Modesti e Stefania Castellani e presenta due scritti di Ivano Tognarini e Ilaria Bertocci.\r\n\r\nTra il 1946 e il 1950 si trasferì a Firenze per lavorare come ceramista nelle più accreditate botteghe artigiane della città, per poi tornare a Volterra a sposare Miranda Arrighini e continuare il suo insegnamento all’Istituto d’Arte. Qui prese la direzione della ditta Bessi che in quel periodo oltre alla manifattura dell’alabastro, iniziava anche una manifattura della ceramica, denominata “Industria per la ceramica l’Etrusca” che iniziò la produzione nel 1950 e cessò l’attività nel 1953.\r\n\r\nNel 1957 si trasferì a Pontedera, diventando direttore della Scuola per la ceramica a S. Giovanni alla Vena, a cui riuscì a dare un grande impulso. Una mostra degli allievi, che proponeva anche alcune opere di Modesti, fu ospitata nel 1959 al Palazzo degli Affari di Pontedera, ottenendo un grande successo di critica e di pubblico, tanto che Monsignor Stefanini della Curia di Pisa gli commissionò due pale con soggetto religioso da collocarsi nella Chiesa di Bientina e una per il Camposanto di San Giovanni alla Vena. Tra il 1959 e il 1961 sono moltissime le opere che gli vengono commissionate a Calci, a Pontedera e a Cascina.\r\n\r\nNel frattempo la scuola d’arte per la Ceramica di S. Giovanni alla Vena fu trasferita nella nuova sede dell’Istituto Fascetti a Pisa, dove Modesti mantenne la direzione della sezione ceramica. Gli anni Sessanta lo videro impegnato a rispondere alle importanti commissioni della Curia per la decorazione di chiese nel territorio pisano e livornese.\r\n\r\nNel 1966 Modesti lasciò a malincuore l’Istituto Fascetti di Pisa per accettare il più sicuro ruolo nella scuola media e nel 1968 collocò la sua ultima opera, il“Cristo Redentore”, nella cappella del cimitero di Pontedera, cappella che accolse le sue spoglie.\r\n\r\n \r\n\r\nVINICIO MODESTI\r\n\r\nNuove forme in lucenti smalti\r\n\r\n29 Gennaio 2011 – 26 Marzo 2011\r\n\r\nMuseo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli”\r\n\r\nViale Rinaldo Piaggio 7, 56025 Pontedera (Pisa)\r\n\r\nOrario: dal martedì al sabato ore 10.00 – 18.00\r\n\r\nIngresso gratuito\r\n\r\nPer informazioni: www.viniciomodesti.it e www.museopiaggio.it tel. 0587 27171\r\n\r\n \r\n\r\nInformazioni mostra\r\n\r\nElena Colombini elena.colombini@fondazionepiaggio.it\r\n\r\n0587 271721\r\n\r\n \r\n\r\nComunicazione\r\n\r\nAnnalisa Rossi annalisa.rossi@fondazionepiaggio.it\r\n\r\n0587 271727\r\n\r\n \r\n\r\nFonte: Ufficio Stampa\r\n\r\nDavis & Franceschini\r\n\r\nLea Codognato, Caterina Briganti\r\n\r\ne-mail: davis.franceschini@dada.it\r\n\r\n \r\n\r\n