Firenze – novembre 2010 – Si è aperto, nell’aula bunker di Santa Verdiana a Firenze, il processo Tagliavia. Un processo che riapre una ferita mai rimarginata per Firenze e l’Italia tutta: quella della bomba di via dei Georgofili, che nella notte del 27 maggio 1993 spezzò la vita ad una intera famiglia, padre, madre e due bambine di 9 anni e 50 giorni oltre a decine e decine di feriti e ingentissimi danni al patrimonio artistico fiorentino.\r\nAncora una volta, quindi, si cerca di fare luce su una vicenda oscura per la storia di Firenze e di tutta l’Italia. Ancora una volta, nelle aule giudiziarie italiane coloro che avranno meno voce saranno quelli che portano ancora addosso il dolore: i parenti delle vittime della strage e coloro che, dopo quell’esplosione, non sono più stati gli stessi.\r\nProprio quelle voci che il giornalista e scrittore Gianni Somigli ha voluto raccogliere nel romanzo-inchiesta “È GIÀ SERA” pubblicato per la Romano Editore e presentato in anteprima nazionale scorso 10 novembre in Palazzo Vecchio.\r\nIl libro di Somigli, racconta la strage di via dei Georgofili proprio dal punto di vista delle vittime, troppo spesso trattate come semplici numeri, non come vite spezzate dal tritolo mafioso e terroristico. “Non voglio fornire ricostruzioni o pseudospiegazioni su quella bomba – spiega l’autore – quello è un compito che spetta alla magistratura, anche se, da cittadino prima che da giornalista, pretendo di sapere cosa sia successo in quell’anno maledetto”.\r\nOra il processo prende nuova vita e forse quella verità scomoda verrà alla luce o forse no, resta il fatto che l’opinione pubblica ha ormai dimenticato e, fatto ancora più grave sente la mafia come un fatto lontano; per questo il libro di Somigli è più che mai utile perché affronta un tema difficile partendo dall’ABC e facendo crescere il lettore insieme al suo protagonista adolescente.\r\nIn appendice al romanzo tante interessanti interviste con esponenti importanti della lotta alle mafie come Piero Luigi Vigna, per anni a capo della DIA e protagonisti politici che denunciano il mistero ancora presente dietro questa strage.\r\n\r\nRoberta Capanni