Il 15 e il 16 ottobre si terrà a Milano, presso l’auditorium Pirelli HQ, il primo convegno Idee Italiane, promosso dalla Fondazione per l’Istituto Italiano di Scienze Umane, in collaborazione con l’Istituto stesso e con la Fondazione Corriere della Sera e sostenuto dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Pirelli.Attraverso gli interventi di alcuni dei massimi esponenti del pensiero italiano ed internazionale, il convegno intende dar vita a un osservatorio permanente sullo stato della cultura italiana, della sua creatività e della sua capacità di innovazione nel contesto europeo e mondiale: una specie di “stati generali” della nostra cultura.\r\n\r\nNell’arco delle due giornate umanisti e scienziati, scrittori e registi, giornalisti ed editori, responsabili di istituzioni e di centri di ricerca, amministratori e imprenditori della cultura, si confronteranno sui problemi e sulle prospettive della cultura, oggi in Italia. “Pensiamo di organizzare incontri annuali o biennali, ciascuno scandito in due parti. Nella prima, si getterà uno sguardo d’insieme su alcune grandi linee della produzione culturale italiana. Nella seconda, si affronterà un tema monografico dedicato ogni volta a un sapere o a un’arte diversi” dice Gae Aulenti, presidente della Fondazione per l’Istituto Italiano di Scienze Umane.\r\n\r\nIl tema monografico scelto per quest’anno è l’architettura, cui sarà dedicata la seconda giornata.\r\n\r\n“Dalla filosofia al pensiero religioso, alla fisica, alla letteratura, al diritto, al cinema, vorremmo di volta in volta proporre dei bilanci e individuare delle linee di tendenza: un lavoro che, negli ultimi decenni, nessuno si è più curato di fare”, spiega Aldo Schiavone, direttore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane. “Con questa iniziativa – aggiunge Schiavone – l’Istituto Italiano di Scienze Umane e la sua Fondazione intendono colmare una singolare lacuna: l’assenza di una sede autorevole di bilancio e di analisi della produzione culturale del Paese”.\r\n\r\nNella prima giornata sarà dunque presentato un rapporto metodologico, curato da Guido Martinotti e Walter Santagata, su come misurare la cultura, cui seguiranno relazioni su scienze umane (Roberto Esposito) e sociali (Stefano Rodotà), culture di “genere” (Nadia Fusini), esperienza religiosa (Gian Maria Vian), scienze della materia (Luciano Maiani) e scienze della vita (Alberto Oliverio).\r\n\r\nUna sezione sarà dedicata a come “l’Italia si racconta” (Pupi Avati, Gianrico Carofiglio) e a come l’irradiamento dell’intelligenza italiana è percepito al di fuori del Paese (Marc Fumaroli).\r\n\r\nLa seconda giornata sarà interamente dedicata a una riflessione sullo stato e sulle prospettive dell’architettura italiana. I lavori, introdotti da Vittorio Gregotti, prevedono relazioni sul rapporto dell’architettura con il mondo accademico (Carlo Magnani), con l’editoria (Luca Molinari) e con le altre arti (Fulvio Irace) e riflessioni sul lavoro degli architetti (Franco Purini), sul disegno urbano (Bernardo Secchi) e sul ruolo e sull’immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale (Rafael Moneo e Joseph Rykwert).\r\n\r\nL’intervento conclusivo della seconda giornata sarà tenuto da Gae Aulenti, mentre a Umberto Eco sarà affidato il compito di chiudere l’intero convegno.
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