L’ennesima alluvione in Liguria è la triste conferma che sono i piccoli torrenti e le fiumare il tallone d’Achille d’Italia. I corsi d’acqua minori che vengono intubati, imbrigliati, lasciati invadere da detriti d’ogni genere, spesso usati come discariche, rappresentano la principale criticità del territorio. Da Giampilieri (Me) alle alluvioni in Provincia di Savona e Genova di ieri, passando per Atrani (Sa), basta un nubifragio per trasformare esondazioni in tragedie. Con la sciagura di oggi a Prato il triste bilancio del dissesto italiano sale a 44 vittime solo nell’ultimo anno.\r\n\r\nE per fronteggiare l’emergenza, dall’ottobre 2009 ad oggi, sono stati stanziati 237.570 milioni di euro senza contare milione di euro stanziato dalla Regione Campania per l’alluvione di Atrani (SA).\r\n\r\n“Denaro che serve solo a tamponare il disastro, a riparare i danni, a fatica a ricostruire quello che c’era ma che mai migliora la situazione – osserva il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Per mettere in sicurezza il territorio serve invece una grande opera di manutenzione pluriennale a partire dai piccoli corsi d’acqua. Un piano di prevenzione, in grado di coniugare la sicurezza dei cittadini con il rilancio delle economie locali, che vada a contrastare l’abusivismo e l’urbanizzazione selvaggia”.\r\n\r\nSolo in Liguria l’84% dei comuni ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio idrogeologico e il 27% presenta interi quartieri. Nel 53% dei comuni sono presenti in aree a rischio strutture e fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per le vite dei dipendenti, anche il pericolo di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 21% sono presenti in zone esposte a pericolo di frana o alluvione anche strutture sensibili o strutture ricettive turistiche.\r\n\r\n“A un anno esatto dalla frana di Giampilieri – conclude il presidente di Legambiente – ci troviamo di nuovo di fronte alla tragedia senza che nulla sia cambiato. Un eterno allarme quello del dissesto idrogeologico che da Nord a Sud suona puntuale ogni volta che il maltempo si affaccia sulla Penisola ”.\r\n\r\nFonte: ufficio stampa Legambiente