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Festival di Sanremo 2023: intervista a Giorgia. Dalla Sala Stampa – secondo giorno

La nostra giornalista Cinzia Donati è accreditata alla Sala Stampa webex del Festival di Sanremo 2023, perciò DaSapere vi terrà aggiornati quotidianamente sull’evento

Intervista a Giorgia

Di cosa parla la tua canzone?
Io non so raccontare molto bene le canzoni, però il pezzo racconta di un saper lasciare andare, di un avere la capacità di lasciar andare e smettere di vivere nel passato, vedere quello che c’è davanti senza paura del passato o di quello che non è più.

Cosa ti aspetti?
Mi aspetto molta emozione e di imparare a vivere le emozioni. Sanremo per questo è un’ottima scuola!

Perché sei tornata dopo 25 anni?
Amadeus mi ha fatto pensare a cose a cui non avevo pensato e cioè che tornare qui è un atto di vicinanza verso il pubblico. Ho dovuto proprio risorgere da una sorta di incertezza nella creatività e lui me lo ha fatto sembrare il luogo ideale dove testare questa cosa. Amadeus è stato giusto nel farmi riflettere a cose a cui non avevo pensato.

In che direzione stai andando dal punto di vista musicale?
È stato difficile reinventare una situazione musicale, ci ho lavorato due anni insieme a Big Fish che produce l’album. È un modo nuovo di cantare la ballad. Nel mio caso c’è un dovere di non rifare le cose come le ho già fatte.

Perché Elisa per il duetto?
Elisa è stato un pensiero istintivo perché cantare con lei è bello. Ci ispiriamo a vicenda, musicalmente è qualcosa di ricco che mi nutre.

Grafica Divina

Qual è il filo conduttore del tuo nuovo album “Blu”?
Volevo raccontare il percorso emotivo. Ho cercato di raccontare delle cose di vissuto semplice per finire ad avere uno sguardo verso l’alto. Blu è il cielo di notte che sembra il momento più buio e invece è il momento in cui si può notare che c’è qualcosa che non finisce.

In tour andrai nei teatri lirici. Come mai questa scelta?
Il teatro lirico è un’ambizione, perché il pop è difficile che acceda al teatro lirico. Abbiamo in Italia questi posti meravigliosi culturalmente elevatissimi in cui ti nutri e fa solo bene. Poi avere la gente vicina e guardarla in faccia è la cosa che mi piace di più. I Palazzetti li farò, ma li soffro di più.

Perché non alla Scala?
Ci abbiamo provato, ma non ha lo spazio. Ci riproveremo!

Quante date in tour?
12, come i segni zodiacali.

La copertina di “Blu” dà un po’ un’idea di freddezza…
Sì, sono molto Avatar!

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Giorgia sul Green Carpet del Festival di Sanremo 2023

Quando parli di lasciar andare, ti riferisci ad Alex Baroni?
Sinceramente no, perché non è nata così. Se lo dicessi, mentirei. Quando l’ho ascoltata ho pensato che sarebbe stato bello cantarla. Mi piace dire che sia più un fatto di concetto. Il testo parla di cose concrete, però non sarei sincera se dicessi… No, perché non l’ho scritta…

Cosa non ti hanno fatto cantare nel 1995?
Quando venni al Festival con “Come saprei”, Pippo Baudo era entusiasta di quella canzone. La cantavo con incoscienza, perché l’ho capita dopo! Mi sono fatta molto guidare, volevo solo cantare, esprimere il canto. Poi di tante cose ho iniziato a preoccuparmene dopo. Mi sono resa conto anni dopo della difficoltà di quel Sanremo.

Ti manca Pippo Baudo?
Quando sono entrata all’Ariston sono andata subito a guardare quello stanzino piccolo accanto al palco che era il suo camerino. Questa è una parte un po’ malinconica, ma bella. Stavolta non l’ho chiamato, solo per non disturbarlo, ma domani lo chiamerò perché è un rito. So che lui vorrebbe essere qua, quindi chiamandolo non vorrei aggiungere altri pensieri.

Giorgia dopo 25 anni com’è?
Ci sono arrivata per gradi a capire che la gente mi riconosceva in autogrill. Ho parlato con i giovani che partecipano quest’anno e loro sono già pronti per la televisione, io non lo ero. Mi ricordo che un cameraman mi disse che non potevo cantare sempre con gli occhi chiusi, perché eravamo in televisione! La sensazione del palco è sempre quella: è un palco magico e non sai mai cosa succederà!

Diventare madre?
Direi che le donne riescono sempre a fare da mamma a qualcuno. Diventare madre è stato un processo che ho realizzato nel tempo. Nel mio caso è stato un percorso molto importante, perché mi ha obbligato a trasformarmi. Non mi ha dato la possibilità di adagiarmi su delle cose caratteriali…

Il podio? Mengoni Ultimo, Ultimo Mengoni… Non è che fra i due litiganti…?
Ma anche Lazza, ma anche Madame, potrebbe esserci un’Ariete o una Mara Sattei che escono a sorpresa. Secondo me sul podio ci saranno certezze, ma anche sorprese.
Vi lascio con la romanità “volemose bene”!

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