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“Fumo la vita” di Santo: scopriamo qualcosa in più

È uscito il 28 gennaio il nuovo singolo di SANTO “Fumo la vita”.

Con il suo nuovo singolo, Santo descrive una sensazione di disorientamento esistenziale nel modo più semplice e trasparente possibile, sperimentando sonorità che intrecciano rap e it-pop, raccontandosi in rime che evocano immagini forti e attuali.

Grafica Divina

Gli stati d’ansia, angoscia e malessere, non vengono descritti come una sfortuna riservata unicamente  all’autore, ma sono affrontati con la consapevolezza di chi li riconosce come problemi comuni a tutti, empatizzando direttamente con l’ascoltatore.

Bio: chi è Santo

Francesco Santo nasce a Pavia nell’aprile del 2000.
Cresce a Varese, dove nel 2012 si approccia allo studio del pianoforte, avvicinandosi a sonorità jazz e blues ed esibendosi in piccoli eventi unicamente come musicista.
Dal 2016 continua da solo il proprio percorso musicale e inizia a scrivere, per accompagnare le composizioni al pianoforte. Nello stesso periodo impara a suonare la chitarra e il basso, mentre nel 2018 si approccia alla produzione musicale.
Nel 2019 si trasferisce a Bologna per frequentare la Facoltà di Fisica all’Università e nel 2020 pubblica i suoi primi singoli: Rouen, Asfalto e VA.
Nel Maggio del 2021 a seguito di una collaborazione con WaxLife esce Para, quarto singolo dell’artista.

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Ecco cosa ci racconta sul nuovo singolo

Parlaci di come è nato il singolo Fumo la Vita

Fumo la vita” nasce coi miei 17 anni, insieme al periodo più buio della mia fanciullezza. Nel periodo liceale ero solito scrivere testi personali, per descrivere sensazioni e pensieri. Nell’Agosto del 2020 per caso ho avuto per le mani uno di questi testi, che citava:
“Mi piace paragonare il mio respiro a una sigaretta. L’aria ti fa vivere. L’aria è la vita. È una droga. Sai che fa male, e lo hai sempre saputo. Eppure hai iniziato e non riesci a farne a meno. E continui. Un respiro. Un altro. Scandisce i secondi, muove il mondo, ferma vite. Tempo e respiro non sono forse la stessa cosa?  Prova ad ascoltarti. Inspira. Espira. Non smettere. Non puoi farlo. Sai che è una dipendenza. Non vuoi smettere. Sai che tutto intorno a te deriva da quel gesto. Tutti lo fanno. Ma il dubbio viene. Se smettessi starei meglio? Ma chissà se mi verrà restituito il tempo sprecato a farlo.”
L’idea mi era sembrata forte, nonostante il mio modo di affrontare questi problemi è cambiato oggi. Ho deciso quindi di musicarla con la consapevolezza che le questioni affrontate non sono private, bensì comuni a tutti.

Da dove arriva il tuo sound?

A 12 anni ho cominciato a suonare il pianoforte, strumento di cui mi sono subito innamorato. Ero così preso, che mentre tutti i miei amici ascoltavano canzoni di artisti commerciali e non, io mi chiudevo in camera e suonavo, scoprivo, sperimentavo. La mia fortuna è quella di non aver mai ascoltato troppa musica da ragazzo, e di aver scoperto autonomamente le sonorità che più mi piacevano. Crescendo, ho cominciato ad avvicinarmi al mondo della musica “per tutti”, imparando a riconoscere i punti di forza degli artisti che ascoltavo e cercando di replicarli e reinterpretarli a modo mio. Non ho mai avuto un genere prediletto perché a me la musica emoziona tutta, se fatta bene. Ho avuto periodi rock, blues, hip hop, pop, indie, alla ricerca di sonorità diverse dalle mie, da poter studiare e stravolgere con il mio stile 🙂

Hai in programma un album per questo 2022?

Ho tante cose da farvi sentire, ma affinché vengano ascoltate, vanno pubblicate nel momento giusto. Se il 2022 sarà l’anno giusto, allora si. Lascio che decida il pubblico per me.

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