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Intervista a Giovanni Bufalini regista, sceneggiatore…

Giovanni Bufalini attore, regista, sceneggiatore, uomo dalle mille risorse e visioni che, come vedremo, nemmeno una pandemia ha arrestato la sua professionalità. Dopo l’intervista leggi la bio in fondo all’articolo e vedrai che super ospite 😉

Regista e sceneggiatore. Cosa ti ha spinto a seguire queste professioni, i tuoi primi ricordi legati ad esse.

All’età di dieci anni ho iniziato ad andare al cinema da solo. Ad Orvieto dove sono nato le sale cinematografiche negli anni ’80 erano solo due. Sono diventato subito la mascotte dei gestori che mi facevano entrare gratuitamente. Ho visto così qualsiasi film che passavano in quegli anni, senza distinzione di genere e durata. Tutti quelli che potevano essere adatti a un bambino di quell’età per lo meno, e anche qualcuno in più. Ho sempre amato il cinema e intanto portavo avanti la mia passione per il disegno e per la lettura. Stephen King in primis, che era una delle passioni di mia madre. Dopo il diploma al Liceo Classico di Orvieto, mi sono trasferito a Milano nei primi anni ‘90 per frequentare la Scuola del Fumetto. Ho fatto il disegnatore di professione per alcuni anni, mentre coltivavo anche la passione per la musica, da cantante earmonicista, e quella per la recitazione negli spettacoli teatrali prima ad Orvieto e poi anche al Teatro della Contradizione di Milano.

Grafica Divina
Intervista a Giovanni Bufalini

Le prime esperienze amatoriali

Le prime esperienze amatoriali nel video sono state i cortometraggi girati in analogico, dove scrivevo le rudimentali sceneggiature (grazie a quel che avevo imparato nel mondo del fumetto) e recitavo, diretto da altri improvvisati. Il risultato non mi piaceva e ho capito quasi subito che era proprio la Regia quello che avrebbe unito tutte le mie passioni. Ho iniziato a livello professionale nel 2001 con “Marasma Milano”, la mia opera prima: un Mondo Movie prodotto dalla regione Lombardia. Diplomatomi subito dopo alla Civica Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media di Milano e poi al corso RAI Script per sceneggiatori di cinema e fiction a Roma, non mi sono ancora mai fermato.

Oggi tutti possono fare video anche con un semplice smartphone. Questo può portare a credere che non serva un percorso professionale e che tutti si possano improvvisare?

Il percorso professionale prescinde ovviamente dalle esperienze che si possono fare anche con un semplice smartphone. Sicuramente, rispetto a quando ho iniziato io, ora è molto più semplice ed economico produrre un audiovisivo (appartengo fieramente all’ultima generazione che si è formata in pellicola). Allora come ora, però, l’improvvisazione non paga. Insegno da molti anni in varie scuole e università d’Italia e quello che dico sempre ai miei allievi è che bisogna essere curiosi, studiare, applicarsi e non lasciare mai nulla al caso. La cura per il dettaglio è quello che fa sempre e comunque la differenza. L’unica maniera per riuscire a trovare prima qualcuno che sia disposto a pagare per permetterti di avverare le tue visioni E magari poi qualcuno che voglia anche spendere il prezzo del biglietto per sentirsi raccontare quella storia proprio da te.

Come nasce la passione per il western?

Mia madre mi ha fatto nascere quella per l’Horror, mentre con mio padre al cinema si andava solo per Bud & Terence. La Trilogia del Dollaro si rivedeva in TV ogni volta che passavano i film di Leone. Mettici pure che Orvieto, la Tuscia in particolare, è la Louisiana italiana come dico sempre. Nella mia giovinezza era facile dunque sovrapporre alcune atmosfere vintage americane con quello che vivevamo noi per le strade assolate di campagna. Sono cresciuto andando a cavallo, perché li avevamo a disposizione in famiglia. Poi, in età adulta, ho iniziato anche ad appassionarmi di tiro western con vere armi d’epoca.

Il genere western perché affascina tanto noi italiani pur essendo un mondo che storicamente non ci è appartenuto?

Ci appartiene e come, non dimentichiamoci che i butteri delle mie zone le hanno suonate anche a Buffalo Bill. È un genere contenitore comunque, esattamente come lo è l’horror, dove puoi raccontare tematiche attuali e contemporanee attraverso i forti archetipi che lo connotano nettamente. Sergio Leone lo aveva capito per primo, mischiando l’epica della mitologia greca con le storie di piccola criminalità di borgata e reinventando così il Genere americano per eccellenza, facendolo nostro.

Film, cortometraggi, booktrailer, spot, videoclip molte forme per raccontare una storia. Cosa cambia nell’approccio?

Nulla, nella sostanza. Quello che comanda è sempre la Storia. Il Come e il Cosa si fondono assieme nella specifica forma che di volta in volta sei chiamato a mettere in scena.

Per iniziare la tua professione quali sono i percorsi da compiere? Quali studi?

Alla regia si può arrivare da moltissime parti, il mio percorso al quale accennavo sopra è solo uno dei molti possibili. Quello che conta veramente è l’Urgenza di voler raccontare. Ma certo, una buona scuola aiuta.

Tra le tue frecce c’è anche quella dell’attore. Come ti trovi a stare dall’altra parte dell’obiettivo?

Ho iniziato con quello e, parallelamente alla mia principale attività di autore e regista, mi capita ancora adesso di stare al di qua della Mdp a volte. E’ assai più rilassante e meno carico di responsabilità. Senza l’ansia di dover stare a caccia di provini tutto il tempo, nell’attesa di essere scelto da qualcun altro per lavorare, mi diverto quindi nel prendermi una vacanza ogni tanto.

Film e pandemia. Come è possibile portare avanti il lavoro in questo contesto?

Con grande difficoltà e caparbietà, non mi sono ancora mai fermato con i miei progetti di audiovisivo e produzioni varie. Non mi piace chi si lamenta e basta, se uno le cose le vuole veramente i modi si trovano sempre.

Le piattaforme online soppianteranno i cinema?

Non credo. La fruizione in sala non sarà destinata a scomparire definitivamente, è solo una nuova fase in evoluzione. Le varie piattaforme solo anzi una maniera in più per trovare spazio più variegato alle tante storie da raccontare.

Intervista di: Luca Ramacciotti

Foto interna di Giampiero Rinaldi

Foto in evidenza di Paolo Moretti

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Chi è Giovanni Bufalini

Regista e sceneggiatore etrusco. Classe ‘73, inizia la sua esperienza professionale a Milano come fumettista e illustratore. Fa il suo esordio come autore cinematografico nel 2001 con“Marasma Milano” l’ultimo Mondo Movie della storia, prodotto dalla regione Lombardia. Prosegue il suo percorso sui set professionali, facendo esperienze come aiuto regista (Pappi Corsicato, Daniele Persica, Maxime Alexander, Alex Infascelli, Giuseppe Fiorello), firmando la regia di seconda unità della docufiction “Trapani Clip Art” per RAI Cinema, scrivendo e dirigendo corto e lungometraggi, documentari, videoclip e spot (X Factor, Nike, Peugeot, Castelvecchi, Old Wild West) che ricevono premi nei festival di tutto il mondo in particolare, con il cortometraggio “Prima Serata” risulta Primo Classificato al Festival Internazionale Obiettivo Corto 2004, il videoclip “Gianni Resta – Non è domenica” vince Miglior Fotografia al Mei Premio Videoclip Indipendenti di Faenza, sempre nel 2004. Con il cortometraggio “Domani”, prodotto da Rosario e Giuseppe Fiorello e interpretato da quest’ultimo, vince il Premio Speciale Selezione Nastri d’Argento al Cortinametraggio nel 2011. Nel 2011, firma la regia del “Tribute to Sophia Loren” con Roberto Benigni prodotto da Cinecittà Luce, proiezione evento The Accademy of Motion PictureArts and Sciences di Los Angeles.

Nel 2012 realizza per Sergio Bonelli Editore “Orfani – Live Action Trailer” dall’omonima serie a fumetti, firmando il soggetto e la sceneggiatura assieme al creatore della medesima Roberto Recchioni. Nel 2013 scrive e dirige il suo primo lungometraggio “Pergolesi Stabat Mater”, prodotto da Al-One con distribuzione della multinazionale Q8. Nel 2015 realizza lo Spot Ufficiale della 35° edizione del Fantafestival di Roma, vincendo il contest internazionale.

Nel 2016 aderisce alla Factory della società di produzione Dauphine Film Company di Roberta Manfredi e Alberto Simone. Con loro produce il videoclip per Sugar Music di Caterina Caselli “Emanuele Fasano – Non so come mai”, ospite della 67° Edizione del Festival di Sanremo e firma la regia video dello spettacolo “Napoli Milionaria” del Teatro Ghione di Roma, con le musiche originali di Nicola Piovani.

Nel 2018 vince la gara della regione Umbria per lo spot ufficiale “Venite a Orvieto” e realizza il cortometraggio “Torno Presto” distribuito su Amazon Prime Video, che vince: l’International Super Short Prison City Film Festival ad Huntsville, Texas 2020, Best ScreenPlay, Best Short Film, Best Cinematography, Best Director Nominee al Long Story Shorts International Film Festival in Romania 2020, Best Under 5 Minutes Short Film all’Oniros Film Awards di Saint-Vincent 2019, Best Sound al Brixia Film Festival Brescia 2019, Honorable Mention Best Director al VIFF -Varese International Film Festival 2019 ed è ospite ufficiale al 36° Tehran International Short Film Festival 2019 in Iran.

Nel 2020 è tra gli interpreti del film “Nicola Cozze Kebak e Coca Cola” di Antonio Palumbo, del quale firma anche la regia di seconda unità. E’ attualmente impegnato nella produzione del suo nuovo film lungometraggio dal titolo “Da Sempre”. Ha già insegnato all’Accademia di Belle Arti di Viterbo, al Master Filmaking della Link Campus University di Roma, al Liceo Artistico di Orvieto. E’ stato per dieci anni il coordinatore della sezione cinema e il docente di regia e sceneggiatura del Centro Romano di Fotografia e Cinema. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile della sezione audiovisivi della Fondazione per il Centro Studi della Città di Orvieto.

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