Danilō – SIRIUS Etichetta; IRRADIANT HOLOGRAM
Da un altro cervello in fuga (Danilo Sannelli, in arte Danilō) che ha lasciato l’Italia per Parigi, un disco che parla del treno (Sirius Train) che ci porta tutti inesorabilmente verso la morte. Lo fa con un disco che si colloca a metà strada tra la new wave anni 80 e l’elettronica moderna più sognante. Ovvero, se i Joy Division fossero nati nel nostro decennio, dopo una buona dose di ascolti della Morr Music, o di My Bloody Valentine, oltre che di sana ambient music dai toni soffici e psichedelici, forse suonerebbero come Danilō.
Quando hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato a fare Musica all’incirca all’eta’ di tre anni, suonando il pianoforte da solo. Ho pero’ fatto dei veri e propri corsi a partire dai sei anni quando ho iniziato il violino e l’ho continuato per dieci anni. Nel frattempo ho ripreso il pianoforte, poi sono passato al basso elettrico, alla voce, ai synth. Ho sempre pensato che i sintetizzatori fossero per me un modo per coniugare in maniera inconscia il violino e il pianoforte (penso a dei parametri come il pitch, l’attacco, la frequenza).
Con quali artisti sei cresciuto?
Ho incominciato con la musica classica. I primi ascolti pop sono stati i Bee Gees e la musica dei crooner degli anni cinquanta. Poi sono passato al punk, al nu metal, all’elettronica tedesca dei primi anni 2000. Tra gli artisti potrei citare i Public Image, i Leftfield, Marilyn Manson, David Bowie, Dj Hell, o artisti piu’ datati nel tempo come i Platters, Paul Anka, Elvis Presley…
Come nasce la tua musica? Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
La mia musica nasce spesso in luoghi chiusi e dotati di luce artificiale, tipo cantine o studi. Qui mi sento perfettamente a mio agio prima di passare in studio di registrazione. Mi sembra di muovermi in un luogo di sperimentazione e costruzione che e’ allo stesso tempo una fabbrica silenziosa. E’ proprio questo silenzio che fa esplodere l’energia e il rumore. La calma e l’oscurita’ sono tra le mie forme principali di ispirazione.
Di cosa parla la tua nuova avventura musicale?
Il mio nuovo Ep parla di tematiche varie. I collanti sono i temi della morte e del viaggio. SiriusTrain parla di un viaggio che ci annienta verso l’universo e che ci rende tutti uguali, a prescindere dalla nostra esperienza vissuta o dal nostro status sociale. Nord parla di un’evasione verso un destino sconosciuto e misterioso, mentre Spider descrive la lotta che compiamo contro noi stessi e le nostre parti piu’ oscure. The Wind compie un’ironia sulla cultura dei club e delle droghe, descrivendo una danza che si conclude in maniera allegra e tragica allo stesso tempo.
Quali sono i generi in cui spazi nella tua produzione?
Non ho un genere prestabilito, ma direi di spaziare tra il punk, la new wave, il rock psichedelico e la pop.
Cosa ne pensi dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
I social e il web hanno distrutto e allo stesso tempo fatto rinascere il mercato musicale, abbattendo i costi ed aumentando al massimo la diffusione. E’ giusto che questi ultimi esistano, ma si devono usare con cautela, senza dimenticare l’utilita’ e il mistero del supporto fisico.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Diciamo che scrivere e ascoltare e’ piu’ o meno la stessa cosa. Innanzitutto non deve mancare la fantasia nell’originalita’ della composizione e nella scrittura del testo. Poi, una certa dose di verita’nel messaggio perceptito dall’artista e soprattutto nel modo di esprimerlo. Infine, uno sguardo particolare e non banale sul mondo che ci circonda.