Home Da non perdere PISA-PITTURA DEL ‘900 – Umberto Vittorini nelle collezioni private.

PISA-PITTURA DEL ‘900 – Umberto Vittorini nelle collezioni private.

Ampio spazio alla produzione del periodo pisano\r\n\r\nUmberto Vittorini nelle collezioni private.\r\n\r\nIl pittore che ha studiato e lavorato a Pisa, \r\n\r\ndopo quella di Palazzo Blu ha una nuova mostra\r\n\r\nL’esposizione è della Fondazione Ricci di Barga, che ha raccolto circa 100 opere\r\n\r\nIngresso libero\r\n\r\n \r\n\r\n“La malìa di Pisa dolcissima dai tramonti meravigliosi, caldi, rossi, viola, la poesia dell’Arno che scende con curve femminee attraverso la città incantata, il bianco miracolo della piazza silente, ove le moli marmoree si levano tacite dal prato verde, trovano in Umberto Vittorini un poeta appassionato, talora elegiaco, talora idilliaco. Egli comprende la tristezza delle alzaie delle Piagge, la gioia canora dei barconi ormeggiati sotto il sole, ma specialmente la maestà solenne dei monumenti”. Così scrive di lui Dino Carlesi.\r\n\r\nQuesta è Pisa per “Umberto Vittorini nelle collezioni private. Tradizione e modernità nella pittura di un maestro del Novecento”, la mostra organizzata dalla Fondazione Ricci Onlus per il pittore che nella città ha studiato e lavorato; una mostra che racconta l’opera di uno degli artisti più espressivi del Novecento in Toscana, capace di spaziare dai paesaggi ai ritratti, al disegno, fino alla sintesi cezanniana, le cui opere sono oggi nei musei d’arte contemporanea di Roma e Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nFondamentale il ruolo della città della Torre nella formazione e nell’ispirazione di Vittorini, come ha messo in luce già l’esposizione a Palazzo Blu del 2009 curata da Stefano Renzoni. Oggi Barga, città natale del pittore, gli rende omaggio grazie alla Fondazione Ricci e alla sua presidente Cristiana Ricci, che è anche curatrice di questo percorso di 100 opere provenienti da collezioni private, e quindi raramente visibili al pubblico.\r\n\r\n \r\n\r\nL’esposizione, oltre al periodo pisano, offre diversi sguardi sull’ampia produzione del pittore. “La vita intellettuale negli anni Trenta a Pisa – spiega Cristiana Ricci – ruotava intorno all’Università e al magistero di Matteo Marangoni, autore del fondamentale testo ‘Saper vedere’, che insegnava a comprendere i significati profondi dell’arte. Tra l’inizio del secolo e il 1929 Vittorini visse e lavorò intensamente a Pisa, dove studiò arte decorativa fino al 1907 all’Istituto Tecnico Industriale. Intorno al 1906 divenne allievo del pittore Edoardo Gordigiani. Prese parte nei primi tre decenni del Novecento alle più importanti mostre italiane con opere che realizzava nel suo studio sul Lungarno: le Secessioni e le Quadriennali romane, le Biennali veneziane, oltre a Sindacali e Promotrici. Successivamente si trasferirà a Milano per diventare assistente, dal 1941, alla cattedra di pittura di Carlo Carrà all’Accademia di Belle Arti di Brera, e vivere il suo periodo più denso di successi”.\r\n\r\n \r\n\r\n“La sua lunga sosta pisana – scrive ancora il Carlesi – fu tutto un pittorico colloquio con il fiume e i lungarni, con le chiese e i monumenti fino allo stupefatto e pur pensoso incontro con la visione della Piazza dei Miracoli, narrata tra il verde e il giallo d’una confessione lunga d’anni, timida e inaspettata. Questa confessione di Vittorini permette il ritorno della memoria alla vecchia Pisa nobile e dolce nei suoi abbandoni naturali, della quale egli seppe cogliere ciò che eternamente valido permane pur nel cangiare dei tempi e delle linee: il respiro universale della sua storia e il valore indimenticabile del suo cielo. E come tutte le confessioni autentiche, anche questa di Vittorini è chiara e commossa, talvolta ‘gridata’ nei suoi esterni luminosi tal’altra sussurrata nell’oro delle facciate, sempre trepida nelle serene penombre. […] Vittorini, in realtà è uno degli interpreti genuini, mite e affettuoso, di questa ‘misura umana’ della sua città, resistente e viva – contro il tempo – nei suoi muri e nei suoi angoli, dove il chiasso non può vincerla sulla maestosità dei suoi antichi silenzi dipinti d’aria e di luce, sui greti tranquilli d’un fiume solenne, sui prati accesi di piccole figurine rosse a ricordo dell’uomo che deve pur vivere nel mondo con la sua solitudine e la sua pena.”\r\n\r\n \r\n\r\nLa mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Barga e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ed è allestita nella sede della Fondazione Ricci Onlus in via Roma, 20, a Barga a ingresso libero fino a sabato 27 agosto con il seguente orario di apertura: martedì 10-12, venerdì 16-19, sabato e domenica 10-12 e 16-19.\r\n\r\nPer informazioni: Fondazione Ricci Onlus, Via Roma, 20 – Barga (Lucca); 0583/724357; fondricci@iol.it; www.fondazionericcionlus.it\r\n\r\nFonte: Anna Benedetto

Grafica Divina

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