Per ora è solo Futura, il nome forse verrà quando sarà nata. Forse lo sceglierà Papà di Ragazza, con il suo sogno di aprire prima o poi un negozio da fotografo.
O forse Mamma di Ragazza darà il nome a quella nuova vita che sta per nascere, quella vita che riempie la pancia di Ragazza, mentre guarda in fondo al letto che la vecchia Laika stia ancora respirando. È il 6 gennaio 1986 quando nasce Futura, e prima che arrivi la telefonata dall’ospedale, Nonno Naso, Nonna Nomi, Nonno Allende e Nonna Oliva sanno che la loro vita è cambiata.
Il nome alla fine non sarà proprio quello scelto da Mamma di Ragazza, perché nel riferirlo cambia ogni volta, ma alla fine sarà perfetto così. Nel 1996 per il suo decimo compleanno Bambina riceve l’unico regalo che abbia davvero mai desiderato, un cane bianco e nero dalle orecchie a punta così malconcio che sembra impossibile arrivi al giorno dopo, invece è ancora lì il 6 gennaio 2011, testimone silenzioso delle lacrime di Ragazzo. C’è una cosa che finisce per una cosa che nasce.
Un racconto lieve e delicato questo primo romanzo di Michela Monferrini, una storia senza nomi che accompagna per mano il lettore con il quale sembra voler giocare, disseminando indizi letterari e citazioni, da William Shakespeare a Isabel Allende, da Giacomo Leopardi a Giovanni Pascoli, da Sylvia Plath a Francesco De Gregori.
Tre generazioni fotografate in istantanee come quelle che potrebbero abitare in fondo al cassetto di chiunque, il Caffè di Sant’Eustachio a Roma, una piscina sotto un palazzo di otto piani, cani che accompagnano per intere esistenze. E relazioni fragili eppure indissolubili, quei “sacchi di ricordi” scambiati come doni. Una scrittura particolare, che forse all’inizio sconcerta, ma che conduce diretta all’essenzialità di questo libro intenso ed etereo.
Chiamami anche se è notte
Michela Monferrini
RomanzoMondadori 2014
Articolo di: Cinzia Ciarmatori