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Riserva MaB dell’UNESCO

La Riserva della biosfera “Selva pisana” potrebbe ampliarsi fino ai Monti pisani, alle colline livornesi e alla pianura di Collesalvetti: in tale direzione va il protocollo d’intesa sottoscritto giovedì 18 settembre tra l’Ente Parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, che si è fatto promotore dell’operazione, le amministrazioni comunali il cui territorio era già incluso dal 2004 nel perimetro della riserva (Pisa, Vecchiano, San Giuliano, Viareggio e Massarosa) e le new entry Calci e Collesalvetti.\r\n

Potrebbe essere più ampio in futuro il nuovo perimetro della Riserva della biosfera “Selva Pisana”; istituita per la prima volta nell’ottobre 2004 all’interno del Programma MaB (Man and Biosphere) dell’UNESCO, l’area oggetto del prestigioso riconoscimento comprende attualmente, oltre al territorio e all’area contigua del Parco naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, anche le frazioni di Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone (nel Comune di Pisa) e una fascia di area marina di fronte alla costa a nord del fiume Arno fino a sei metri di profondità.\r\nIn occasione della revisione periodica decennale, per il mantenimento del suo status, il Segretariato MaB dell’UNESCO ha però chiesto all’Ente Parco che fossero individuate nuove aree anche al di fuori dell’attuale perimetro della riserva MaB; così, nei mesi scorsi il Parco ha avviato un confronto sia con i comuni i cui territori fanno storicamente parte di esso, sia con quelli confinanti, per condividere formalmente gli obiettivi e gli impegni di carattere generale richiesti dal Programma e dai documenti internazionali di riferimento.

Grafica Divina

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Con la firma del protocollo d’intesa e in caso di esito favorevole della proposta di candidatura, la nuova Riserva della biosfera si estenderà oltre la zona settentrionale del Parco fino al territorio collinare del Comune di Massarosa, ad est nell’area dei Monti pisani nei comuni di Vecchiano, San Giuliano Terme e Calci, e a sud fino alle colline livornesi e a parte della pianura di Collesalvetti.\r\nLe aree esterne ai confini del parco regionale resteranno però tali e non sorgeranno nuovi vincoli di tipo giuridico o urbanistico: la pianificazione rimarrà, infatti, di esclusiva competenza degli enti locali, secondo previsto dalle norme nazionali in materia di gestione del territorio e di urbanistica. L’adesione alla proposta di ampliamento non determina infatti, sulle aree interessate, limitazioni per l’insediamento e l’esercizio di attività antropiche, né alcun effetto sulle previsioni degli strumenti urbanistici che disciplinano le aree d’interesse, o nuovi vincoli. Non si tratta quindi di un’estensione dei confini del Parco o dell’ambito delle sue competenze, ma di una gestione dei beni orientata allo sviluppo sostenibile e alla tutela della biodiversità attraverso forme di partecipazione attiva delle realtà economiche e sociali del territorio.

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Il Programma MaB (Man and the Biosphere) è stato avviato dall’UNESCO negli anni Settanta del ventesimo secolo allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso processi di miglioramento e attività di ricerca. Il programma ha portato al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle “Riserve della biosfera”, ovvero di aree marine e terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, col pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale.\r\nIndirizzate, appunto, non solo ad incoraggiare la conservazione degli spazi naturali, ma anche a promuovere il territorio, il suo sviluppo economico e le sue specificità culturali, le Riserve della biosfera costituiscono dei veri e propri laboratori di sviluppo sostenibile in grado di abbinare alla funzione di conservazione dei valori ecologici del territorio, la valorizzazione delle sue specificità naturali e delle attività socio-economiche locali orientate nel senso della sostenibilità.

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Le Riserve MaB presentano una zonizzazione che individua: una zona centrale in cui viene preservata la biodiversità vegetale e animale (“Core area”); una zona cuscinetto di gestione ecologica per le attività a basso impatto in termini di selvicoltura, agricoltura ecologica ed ecoturismo (“Buffer zone”); una zona “di transizione” in cui sono presenti attività economiche per il miglioramento del benessere delle comunità locali e che comprende insediamenti abitativi, industriali, attività agricole, commerciali, turistiche e servizi (“Transition zone”).\r\nIl marchio “Riserva della biosfera MaB” costituisce inoltre un elemento di qualità territoriale che, se da un lato non comporta alcun finanziamento da parte dell’UNESCO, dall’altro può comunque essere utilizzato dalle amministrazioni nelle proprie attività promozionali per valorizzare, ad esempio, l’offerta turistica.

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Gli impegni che, in caso di esito positivo della candidatura, gli enti assumo verso l’UNESCO nella gestione dei siti MaB sono di ordine generale e consistono nel raggiungimento di obiettivi di gestione e conservazione di ampie aree di rilevanza naturalistica, che includono le zone ad esse limitrofe anche se estesamente antropizzate; le modalità con le quali tali obiettivi possono essere raggiunti dipendono dalle autorità competenti dal punto di vista giuridico nella gestione dei siti.\r\nTali iniziative saranno in capo alle amministrazioni locali coinvolte o all’Ente Parco nelle zone di propria competenza, ma nella documentazione che sarà inviata all’UNESCO avrà un particolare rilievo l’individuazione di un meccanismo di governance condiviso, ovvero un tavolo di lavoro – una sorta di “Comunità della Riserva” – tra tutte le amministrazioni e gli enti che fanno parte della Riserva stessa per mettere in comune decisioni e progetti che dovranno essere sviluppati collettivamente.\r\n

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Fonte: Enrico Lippi

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