Home Da preservare WWF: pescherecci europei all’insostenibile conquista degli oceani

WWF: pescherecci europei all’insostenibile conquista degli oceani

Pescherecci europei in alto mare alla “conquista” degli oceani del mondo, con un’attività di pesca che in 60 anni, e in particolare dagli anni Ottanta, è diventata sempre più insostenibile. È l’immagine che emerge dal nuovo rapporto WWF “L’espansione delle flotte europee ed internazionali nell’oceano dal 1950 ad oggi”, corredato da una mappa animata pubblicata su www.wwf.it, che mostra come le flotte europee siano tra quelle che si sono spinte più lontano nei mari del mondo per pescare e trovare nuovi stock di pesce totalmente ignoti a noi consumatori, con un’intensità sempre maggiore e spesso al limite della sostenibilità e potenzialmente della legalità.\r\n\r\nUn primato negativo stimolato dal calo delle catture nazionali e dagli sforzi per ridurre il numero dei pescherecci che pescano nelle acque europee, ciò ha portato gran parte delle flotte a concentrare i propri sforzi all’estero, il tutto favorito da accordi di pesca con i Paesi in via di sviluppo. La pratica immorale del cambiamento di bandiera (per cui le navi dell’UE eludono le norme comunitarie cambiando bandiera con quella di un paese non UE) e i sussidi per i carburanti hanno determinato l’attuale stato di sovrasfruttamento delle risorse ittiche, con conseguenze deleterie non solo sugli stock ittici mondiali, ma anche nel lungo termine sullo stesso settore della pesca.\r\n\r\nPer avviare la necessaria, ambiziosa riforma della Politica Comunitaria della Pesca (PCP), il WWF chiede all’UE di rendere la sua flotta da pesca sostenibile, e di impegnarsi a rendere ancor più sostenibile anche la gestione della pesca sulla scena internazionale. Serve coerenza tra le norme applicate in acque europee e quanto accade in acque internazionali o nei Paesi in via di sviluppo. Il WWF chiede anche che il miliardo di euro destinato alla gestione delle flotte in alto mare non venga in alcun modo utilizzato per finanziare pratiche di pesca distruttive e non sostenibili.\r\n\r\n“La riforma della politica comunitaria della pesca è un’occasione unica per fare in modo che tutti i pescherecci dell’UE siano rispettosi di habitat e stock ittici, ovunque essi operino nel mondo – ha dichiarato Marco Costantini Responsabile del Programma Mare WWF Italia – Se l’UE non riuscirà ad assumere un ruolo di leadership nella gestione della pesca e nella protezione degli oceani sulla scena internazionale, contribuirà essa stessa in maniera preponderante alla crisi globale della pesca, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare globale nel lungo periodo. L’Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca ed è quanto mai urgente una vera e propria riforma, radicale e coraggiosa, della Politica Comunitaria della Pesca.” conclude Costantini.\r\n\r\nLA PETIZIONE PESCA ONLINE: OBIETTIVO 500.000 FIRME ENTRO SETTEMBRE\r\nLa Commissione Europea tende a partecipare con deboli mandati di negoziazione a livello internazionale, e mostra poca ambizione nel processo di riforma della pesca globale. Per sollecitare l’UE ad assumere un ruolo guida per eliminare la pesca illegale e promuovere attività che promuovano pratiche di pesca sostenibile a livello globale, proprio oggi il WWF rilancia su una nuova piattaforma europea la petizione pesca online su wwf.it/petizionepesca indirizzata al Presidente e ai Membri del Parlamento Europeo, per chiedere con l’aiuto di tutti i cittadini:\r\n\r\nDi interrompere le pratiche distruttive di pesca (gestire la pesca in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi)\r\n\r\nDi assicurare la presenza di pesce per le future generazioni (stabilire un insieme di regole condivise che consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario)\r\n\r\nDi salvare i pescatori, le nostre tradizioni culturali e il pesce che mangiamo Di applicare questi stessi principi a tutti i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo\r\n\r\nNOTA: QUALCHE NUMERO SULLA FLOTTA EUROPEA\r\n\r\nUfficialmente, la flotta dell’Unione Europea che opera in acque extra-europee è composta di 718 pescherecci che rappresentano il 25% della flotta UE in termini di stazza lorda. Il 59% opera sotto la bandiera spagnola, il 14% sotto bandiera francese e il 10% sotto bandiera portoghese.\r\n\r\nhttps://ec.europa.eu/fisheries/documentation/studies/study_external_fleet/external_fleet_2008_en.pdf\r\n\r\nL’Unione europea consuma il 25% del pesce del mondo. Oggi importa il 65% dei prodotti della pesca disponibili sui propri mercati interni.\r\n\r\nhttps://www.charlottetindall.co.uk/wp-content/uploads/Executive-Report_CFP-external_pdf.pdf\r\n\r\nIl report e la mappa sono consultabili: www.wwf.it\r\n\r\nFirma la petizione su: wwf.it/petizionepesca\r\n\r\nFonte: WWF\r\n\r\n 

Grafica Divina

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